PARTE SECONDA 2 L’epidemia di HIV/AIDS “con caratteristiche cinesi” – dal 1985 al 2002

  1. Storia dell’epidemia 1985 -2002
    In questa sezione, la storia dell’epidemia verrà raccontata raggruppando le prime tre fasi, nelle quali è stata classicamente suddivisa, che vanno dal 1985 al 2002. E’ da questa ultima data che vi è il pieno riconoscimento, sia all’interno che sul piano internazionale, della diffusione dell’HIV/AIDS in Cina e del “Pericolo Titanico” che essa comporta non solo sul piano strettamente sanitario, ma anche su quello economico, sociale e politico. In particolare, è la massiccia diffusione del virus nei donatori di sangue/plasma a pagamento, soprattutto nella popolosa Provincia dell’Henan, ed in misura minore in altre Province della Cina centrale rurale, che diventa una delle fonti più rilevanti per la diffusione dell’epidemia in tutto il paese. Dal 2002 vi è quella che alcuni hanno definito la “Quarta fase” (nota 1), che verrà raccontata nella sezione successiva.

2 a. Prima Fase: 1985-88. L’INGRESSO DELL’ HIV in CINA.

Il primo caso di AIDS identificato in Cina avvenne nel 1985 in un turista americano deceduto a causa della sindrome. Nello stesso anno quattro emofilici furono confermati essere HIV infetti a causa di prodotti del plasma importati (nota 2). Al 1988 vennero riportati, in un totale di sette Province, Municipalità e Regioni, 22 casi di HIV/AIDS, la maggior parte riguardanti turisti stranieri o cinesi che tornavano dall’estero.

Pertanto si ritenne che l’infezione arrivasse dall’esterno, dai paesi capitalisti nei quali dilagava droga e omosessualità, comportamenti ritenuti inesistenti (o diffusi in minima percentuale) nella Cina Popolare (nota 3). Di conseguenza il Governo emanò diverse leggi per adottare misure preventive quali l’obbligo per gli stranieri (studenti e ricercatori) in visita in Cina e residenti per oltre un anno , di sottoporsi al test HIV un mese dopo l’ingresso nel paese. Altri stranieri residenti o che vivevano in Cina da oltre un anno dovevano produrre un certificato medico e dovevano dichiarare se erano infettati con l’HIV. Venne emanato   il divieto di importare sangue ed emoderivati dall’estero e, l’infezione da HIV doveva essere notificata (nota 4).

2 b. Seconda Fase: 1989-90. LA TRASMISSIONE TRA I TOSSICODIPENDENTI ENDOVENA.

In questo periodo si scopre che l’HIV è diffuso tra i consumatori di droga endovena (IDU) nella Provincia dello Yunnan del sud.   Già nel periodo 1986-90 vengono rilevati , nella Provincia, alcuni soggetti già in AIDS conclamata (2 su 373), il che significa che avevano contratto il virus almeno 8-10 anni prima (corrispondenti al periodo di incubazione della malattia). Il virus si diffonde tra cinesi residenti non stranieri, e viene trasmesso per via sessuale alle loro mogli (nota 5).

Per confronto è interessante uno studio analogo, molto più ampio, condotto nello stesso periodo (1984- 1994) nella Cina Nazionalista di Taiwan, che documenta una impennata di sieropositivi dal ’91 in poi, inizialmente con prevalenza nei tossicodipendenti e poi negli eterosessuali (nota 6).

Altri 2 studi epidemiologici nella Cina popolare documentano che dal ’95 in poi c’è anche qui una impennata di sieropositivi e la via di trasmissione è dapprima la tossicodipendenza e poi quella eterosessuale (prostitute). Fino al 1998 gli studi epidemiologici si concentrano quasi esclusivamente nelle Province della droga: pochissimi sieropositivi sono rilevati tra i donatori di sangue volontari: (nota 7).

L’epidemia era entrata in Cina dai paesi confinanti con lo Yunnan: Laos, Thailandia e Myanmar, noti come “il triangolo della droga”. Al 1994 casi di HIV/AIDS sono riportati in 22 Province, Regioni e Municipalità (nota 8). La risposta del Governo fu quella di dare un giro di vite contro la prostituzione e la droga per combattere la diffusione dell’HIV . In realtà le misure repressive produssero l’occultamento dei comportamenti a rischio e resero più difficile l’identificazione dei reservoirs dell’HIV .

2 c. Terza fase :1992-2002 DIFFUSIONE DELL’HIV NEI DONATORI DI SANGUE/PLASMA

In questo periodo l’HIV si diffonde rapidamente nei gruppi ad alto rischio (nota 9) ma anche in alcuni donatori di plasma a pagamento in diverse Province della Cina rurale Centro-Occidentale (nota 10). Al 1998, casi di HIV/AIDS vengono riportati in tutte le 31 Province, Regioni e Municipalità.

La situazione politica, economica e sociale della Cina rurale centro-occidentale alle soglie del 2000

La popolazione della Cina centro-occidentale conta circa 800 milioni di persone (quasi due terzi di tutto il paese), nella grande maggioranza costituita da contadini, quelli sui quali si era abbattuta la terribile carestia degli anni 1958-62 e che non si erano risollevati nel successivo periodo della Grande Rivoluzione Culturale (1966-76). Con le Riforme, avviate dagli anni 1980 da Deng Xiaoping, avviene un notevole miglioramento delle condizioni economiche e del tenore di vita nelle zone orientali ed urbane, ma le zone rurali stanno ancora soffrendo di alti livelli di povertà, di bassa qualità di vita e di servizi sanitari. Il già basso Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite di 5,500 Dollari USA annuo, nelle zone agricole ammonta solo al 15%. Infine, almeno il 10% della popolazione (in larga maggioranza rurale) vive al di sotto della soglia di povertà . Come denunciano due coraggiosi giornalisti, alla miseria si aggiunge, per i contadini, anche l’oppressivo regime politico dei funzionari del partito comunista (nota 11).

Questa situazione provoca, dalla fine degli anni ’80 in poi, una massiccia emigrazione di uomini e donne dalle campagne povere verso le zone urbane ricche della costa: è la migrazione più imponente mai avvenuta in Cina e riguarda otre 120 milioni di persone . Nelle grandi città affluiscono, spinti dalla miseria, anche molti mariti che emigrano per   mandare un po’ di soldi alle mogli e ai figli piccoli, giovani maschi e ragazze in cerca di fortuna. Molte di queste ultime entrano però nel giro della prostituzione, in grande espansione dagli anni ’80, e molte vengono infettate con l’HIV per via sessuale e trasmettono  il virus ai maschi, tra i quali anche quelli immigrati dalle campagne. Pochissime prostitute usano il preservativo e non sono informate sull’AIDS. Ecco allora che alcuni sieropositivi emigrati, che ritornano periodicamente nelle Province rurali di origine, introducono il virus anche in queste aree geografiche (nota 12).

La campagna per la raccolta di sangue e plasma a pagamento 1992- 1998

La politica delle Riforme avviata da Deng Xiaoping , che introduce le regole del libero mercato (con lo slogan: arricchitevi!), fa letteralmente esplodere l’economia cinese che era rimasta bloccata per più di 40 anni per la politica maoista di collettivismo forzato. Le antiche città dell’ex potere imperiale come Shanghai e Pechino (Bejing) sono trasformate in brevissimo tempo in metropoli modernissime sul modello americano e giapponese, e altrettanto rapidamente ne sorgono di nuove dove esistevano solo piccoli villaggi. Intellettuali, artisti e scienziati, che erano stati perseguitati, obbligati alla “rieducazione” ed in larga misura anche assassinati, vengono reintegrati nella società, ma sempre sotto stretto controllo politico, se mettono in imbarazzo il governo, e soprattutto i funzionari del partito (nota 13). Una nuova classe di imprenditori, estremamente aggressiva, prende in mano le attività più redditizie e accumula grandi capitali che poi investe anche all’estero. Una nuova classe piccolo/medio borghese soprattutto di giovani, anche emigrati, può permettersi di godere dei beni di consumo più desiderati e di vivere in appartamenti confortevoli negli enormi grattacieli che svettano dovunque.

Il mirabolante progresso economico riguarda però solamente un terzo della popolazione cinese. La grande massa dei contadini delle zone rurali è rimata esclusa e continua a versare in condizioni di povertà anche estrema.

Ma ecco che l’entusiasmo provocato da questo boom economico, contagia anche una Provincia delle sterminate zone rurali. Il direttore del Dipartimento Sanitario della Provincia dell’Henan, Liu Quanxi è un uomo intraprendente : sa che negli Stati Uniti d’America il mercato dei prodotti del sangue, o meglio del plasma umano, raccolto da donatori a pagamento in tutto il mondo, è fiorente e rende molto denaro e dato che il mercato interno è più limitato e meno remunerativo, intrattiene rapporti con le Multinazionali USA. Vi sono trattative che però non vanno in porto. L’enorme popolazione di contadini poveri dell’Henan (80 milioni) può diventare una importante fonte di ricchezza (nota 14).

Il progetto del governatore dell’Henan riscuote un grande successo, viene sostenuto dal governo centrale, e parte in grande stile dal 1992. I centri di raccolta sono in parte governativi ma vengono autorizzate anche molte Stazioni di raccolta private, gestite da speculatori senza scrupoli e competenza.

Il compenso di 50 yuan, corrispondenti a 7 Euro per 400 millilitri di plasma, non è irrilevante per persone che vivono mediamente con poche decine di Euro al mese. I donatori sono considerati “puliti” per quanto riguarda l’infezione HIV, e nella maggior parte lo sono davvero: il numero di sieropositivi dovuto alle correnti migratorie è sicuramente molto basso. Ma ci pensa un sistema di prelievo che viene effettuato con metodi , definiti ufficialmente “non corretti” , ma in realtà criminosi, in quanto inosservanti delle più elementari norme igieniche, a diffondere geometricamente il virus HIV nei donatori (vedi INSERTO 1).

Rapporti sull’epidemia in pubblicazioni scientifiche e da Centri Sanitari,

Quando, nel 1995, apparve su The Lancet la segnalazione che tre donatrici di plasma a pagamento erano risultate sieropositive per l’HIV nella Provincia cinese dell’Anhui (INSERTO 2), era la prima volta che veniva riferito, ed in una delle più prestigiose riviste mediche del mondo, che in quel paese si praticava la plasmaferesi commerciale con quelle modalità.

La plasmaferesi commerciale nel mondo capitalistico era praticata reclutando donatori con elevata prevalenza di soggetti ad alto rischio di infezioni virali, soprattutto maschi con storia di omosessualità o uso di droga endovena, ed emarginati residenti nelle zone più malfamate delle grandi metropoli e nei paesi poveri del “terzo mondo”. Ma in questo caso eravamo nella sterminata campagna della Cina centrale, in una delle zone dove vi era stata la grande carestia, della quale peraltro allora si sapeva ben poco, con una popolazione poverissima certamente non a rischio di contrarre l’HIV, su larga scala,attraverso le note vie di trasmissione .

Si pensò che si trattasse di un episodio isolato, per quanto grave, avvenuto in un centro “mal praticante”. La trasmissione di virus attraverso i materiali impiegati per il prelievo (aghi, tubi e sacche di plastica o kits per la plasmaferesi) disponibili ormai da decenni, erano da usarsi solo una volta (“a perdere”) . Rarissime erano le segnalazioni di trasmissione dell’HIV per questa via, e si trattava sempre delle stazioni di raccolta di plasma da donatori “commerciali” (nota 15).

Dal 1995 al 1999, sui donatori di plasma sono segnalate solo le pubblicazioni citate di Wu e Detels (vedi NOTA 10), la seconda delle quali relativa a “donatori di plasma della Repubblica Popolare Cinese” , studio molto importante per ricostruire la diffusione del virus, come vedremo in seguito.

Ma nel febbraio 2000, dal Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo dell’AIDS di Pechino , viene pubblicato uno studio sulla prevalenza dell’infezione HIV tra donatori di sangue a pagamento in una Contea Cinese (non specificata nel riassunto), dove viene rilevata una elevatissima prevalenza di sieropositivi tra i donatori di sangue e soprattutto plasma (nota 16).

Sei mesi dopo, il 21 Agosto,   sempre nella stessa Rivista , e sempre dalla stessa Istituzione di Pechino, viene pubblicato un altro articolo relativo ad uno studio epidemiologico longitudinale dal 1997 al 2000 sui residenti dai 18 ai 50 anni, di cui 88 donatori di plasma a pagamento. in due villaggi sempre di una Contea non specificata della Cina (nota 17).

Nel marzo 2001, Wu e Detels pubblicano uno studio sull’infezione HIV negli ex donatori di plasma nelle aree rurali in Cina. E’ un lavoro che presenta una casistica molto ampia di ex Donatori di plasma e dei loro familiari, molti dei quali risultati HIV positivi  in rapporti sporadici tra il 1994 e 1995. Vengono raccolte anche molte informazioni demografiche e gli AA sottolineano l’urgenza di informare la popolazione per prevenire il rischio di diffondere ulteriormente il virus per via sessuale e da madre a feto (nota 18).

Informazioni sui media

Oltre alle informazioni sulla diffusione dell’HIV nei donatori pubblicate sulle riviste scientifiche, dal 1999 in poi cominciarono ad arrivare molte segnalazioni da parte di giornalisti, medici e attivisti presenti nei territori dove era scoppiata l’epidemia. Le informazioni riguardavano in particolare i casi di persone ormai entrate nella fase di AIDS conclamata o già decedute (il periodo di incubazione della Sindrome è arrivato alla scadenza).

La prima segnalazione della situazione in un villaggio dell’Henan da parte di un giornalista cinese, descrive il dramma della popolazione colpita dall’epidemia: le vittime non hanno alcuna informazione sulla causa di quelle misteriose “febbri” né dispongono di alcuna cura efficace. Il reportage del coraggioso giornalista, Zhang JICHENG, è il primo di una lunga serie di testimonianze che confermano quanto viene da lui descritto, e la sua storia è paradigmatica per quanto riguarda la reazione negativa dei funzionari politici e sanitari (censura e persecuzione), ed invece la reazione positiva di medici competenti e responsabili (il dottor Gui XIEN) che eseguono indagini intese a documentare l’epidemia, divulgare i risultati, e ad indurre i responsabili politici a prendere adeguati provvedimenti. (INSERTO 3 e nota 19).

Fin dai primi anni 2000, vengono anche divulgate nei media cinesi le attività di attivisti volontari che, oltre a raccontare le storie delle persone HIV-positive, si prodigano per salvare le loro vite ed alleviare le loro sofferenze (nota 20).

Malgrado la rigida censura dalle autorità sanitarie periferiche, le notizie sull’epidemia cominciano a comparire anche nei media occidentali (nota 21) e diventano poi sempre più numerose e documentate con la pubblicazione dei Rapporti delle Organizzazioni Internazionali (UNAIDS) che collaborano con le autorità del Governo Centrale di Pechino (vedi paragrafo seguente).

Provvedimenti Governativi e collaborazione con Organizzazioni Internazionali:

La prima segnalazione del 1995, aveva indotto il Governo centrale di Pechino ad intensificare le iniziative già iniziate anni prima, in collaborazione con le Istituzioni Internazionali che abbiamo ricordato sopra, per fronteggiare quello che verrà definito il “Pericolo Titanico” di una diffusione massiccia dell’infezione da HIV in tutta la Cina, con estensione anche negli altri gruppi ad alto rischio (prostitute e loro clienti, omosessuali maschi e bambini nati da madri sieropositive ). Per quanto riguarda il sangue, sull’onda dello scandalo nell’Henan, le autorità centrali iniziarono a fare grandi sforzi per regolare il sangue ed i prodotti del sangue, incontrando però notevoli difficoltà che dureranno, come vedremo per lunghi anni (nota 22).

“Nel 1997 il Gruppo delle Nazioni Unite sul Tema dell’HIV/AIDS (UNTG), in stretta collaborazione con il Ministero della Salute Cinese (MOH), sulla base delle informazioni allora disponibili, redasse un documento che valutava le necessità, e gli sforzi essenziali necessari per controllare l’HIV/AIDS in Cina (‘China Responds to AIDS’), ed espresse la speranza per una rapida azione nazionale che potesse prevenire una grave epidemia. …Molte di queste speranze risultarono in pochi esiti effettivi ed un impatto infinitesimale sulla diffusione dell’epidemia”.

Questa constatazione introduce il primo ampio e dettagliato Rapporto sulla situazione dell’epidemia da HIV/AIDS in Cina redatto nel 2001 dallo stesso UNTG con il titolo seguente:

HIV/AIDS: Pericolo Titanico in Cina. (nota 23)

Questo autorevole Documento conferma ufficialmente, citandone anche molti altri, i rapporti comparsi nella stampa e i resoconti dei molti testimoni che abbiamo sopra ricordato. Ne facciamo una breve sintesi riportando in particolare le parti riguardanti il commercio del sangue e come quest’ultimo risulti inserito nel contesto più generale delle condizioni politiche, economiche, sociali e sanitarie della Cina. Per non appesantire troppo il testo, gli argomenti più rilevanti e ampiamente documentati sono riportati in lunghe NOTE, con citazioni testuali.

Nella premessa viene subito chiarito che:

“ … i dati riguardanti l’AIDS attualmente disponibili sono ben lontani dal riflettere accuratamente la grave minaccia potenziale della futura epidemia in Cina, e solo rivela ‘la punta dell’iceberg’. A questo riguardo il rapporto pone principalmente l’enfasi sulle immense (titaniche) ma ampiamente nascoste condizioni di vulnerabilità che stanno alla base della minaccia ‘Titanica’, implicita nel titolo del rapporto”.

E viene lanciato un drammatico avvertimento:

“ Un potenziale disastro HIV/AIDS di proporzioni inimmaginabili è in procinto di colpire il paese, e si può temere che nel prossimo futuro, la Cina possa contare più infezioni da HIV di ogni altro paese al mondo. Noi possiamo ancora prevenire che accada il peggio, ma il tempo sta rapidamente scadendo. Ora è il momento di agire! (Now is the time to act!) (in evidenza nel testo).

Il Rapporto riassume, in un centinaio di pagine, lo stato delle conoscenze disponibili all’epoca, sottolineando che:

“l’intera storia rimane elusiva … Benchè i dati siano molto incerti, molti esperti nazionali ed internazionali stimano che il numero di persone viventi con HIV/AIDS in Cina nel 2001 siano oltre un milione” (nel periodo 1990-1995 i dati ufficiali riportavano la cifra di 10.000).

“Il Piano a Medio Lungo Termine del Ministero della Salute (MOH) Cinese del1998 prevedeva che, se non si fossero adottate delle contromisure, al 2010 avrebbero potuto essere infettate con l’HIV 10 milioni di persone”.

I dati ufficiali fino al 2001 venivano raccolti in piccolissimi numeri in popolazioni selezionate quali i tossicodipendenti endovena, prostitute e camionisti, escludendo i numerosissimi donatori di plasma delle

zone rurali. Di conseguenza il quadro della diffusione dell’epidemia risultava completamente falsato. Così si esprime, a questo proposito, il Documento:

Nel 2001, la via più frequente di trasmissione delle infezioni da HIV riportate in Cina rimaneva lo scambio di aghi contaminate tra i maschi utilizzatori di droga endovena (IDU). Tuttavia vi sono indicatori che una estesa diffusione dell’HIV è avvenuta tra i venditori di plasma nelle aree rurali della Cina centrale e molte evidenze puntano verso un aumento dei casi per via sessuale sia omo- che etero-” (nota 24 ).

In base a studi più attendibili, la prevalenza di infezioni da HIV è molto elevata in determinate popolazioni. In particolare la provincia dell’Henan e limitrofe dove era avvenuto in commercio del plasma (nota 25).

Quindi si riportano i dati riguardanti l’epidemia di AIDS nei tossicodipendenti endovena e, subito dopo, si legge:

Rompere il silenzio circa una epidemia che riguarda i donatori di plasma”.

In proposito si identifica la causa di quella epidemia nelle pratiche ad alto rischio dei Centri commerciali illegali di raccolta del plasma, descrivendo dettagliatamente le aberranti procedure impiegate e le condizioni economiche e sociali che stavano alla base della tragedia.  (nota 26).

Vale la pena di riportare anche la conclusione che viene ricavata da quanto è stato riferito nel contesto generale del paese:

La questione chiave per quanto riguarda la diffusione futura dell’HIV in Cina può essere così formulata:

‘Qual è il potenziale che l’HIV possiede per la futura diffusione nella popolazione generale, specialmente tra le larghe masse rurali in Cina?’ (evidenziato nel testo) E’ importante tenere a mente che in Cina, i molti milioni che oggi sono vulnerabili per l’HIV, non appartengono a piccoli gruppi o settori isolati nella società. Al contrario, la popolazione vulnerabile interagisce estesamente con la popolazione generale e di fatto, in molti casi essi sono la popolazione generale”.

Il Rapporto continua riportando i dati sulla trasmissione per via sessuale e tra madre e feto. Quest’ ultima via di trasmissione riguarda nello Yunnan lo 0,8% delle donne gravide, mentre in una zona dell’Henan risultano contagiati   11 su 617 bambini di età tra 0 e 7 anni,

Quindi si tratta l’argomento delle cure per i soggetti con HIV/AIDS :

“… programmi e servizi sono rari in Cina e quelli esistenti sono progetti pilota su piccola scala, spesso gestiti su iniziativa di NGO (Organizzazioni Non Governative) Internazionali”.

Tra le persone che si sono dedicate con grande impegno e dedizione viene citata la Dottoressa Gao YAOJIE, insignita nel 2001 di un prestigioso Premio (The Global Health Council’s Jonathan Mann Award).

Segue il Capitolo sulla risposta Cinese all’AIDS. Il 7 gennaio 2000, il Presidente Jiang Zemin dichiara:

“ Noi riconosciamo che la prevenzione ed il controllo dell’HIV/AIDS è indubbiamente un problema di lunga durata ed una sfida impegnativa. E in cima agli sforzi nazionali, la Cina rafforzerà anche la sua cooperazione con la comunità internazionale”.

Sono illustrate la legislazione e le politiche dal 1984 al 2001 con la promulgazione del “Piano di Azione della Cina per Contenere, Prevenire e Controllare l’HIV/AIDS” (maggio 2001).

Per quanto riguarda il sangue: “ … si enfatizza la garanzia sulla sicurezza del sangue, le cure e promuovere la consapevolezza pubblica”.

Sull’applicazione delle disposizioni legislative emanate dal Governo Centrale da parte delle Autorità provinciali e locali, che le ignorano o addirittura le boicottano, la denuncia è esplicita .

Vengono anche criticate alcune leggi che mirano a punire anzichè educare le persone. Leggi e regolamenti che si basano su paure e pregiudizi hanno contribuito a diffondere l’epidemia invece di limitarla. E vengono citati molti esempi. (nota 27).

Sulla trasmissione dell’HIV con la trasfusione di sangue per malpratica medica, vengono citati alcuni (rari) casi di vertenze legali con sentenze che hanno disposto indennizzi per le persone contagiate.

Un intero capitolo è dedicato alla “ VULNERABILITÀ ”, nel contesto cinese.

Vengono elencati i fattori che favoriscono la vulnerabilità ad essere contagiati dall’HIV :

  • ignoranza
  • discriminazione
  • “falsa sicurezza” per la fiducia in un solo partner
  • idee sbagliate su come viene trasmesso il virus
  • mancanza di educazione
  • mancata comprensione della lingua
  • non accesso al preservativo
  • povertà 
  • sesso
  • esplosivi cambiamenti socialie le popolazioni più vulnerabili:
  • i giovani
  • le donne (trasmissione madre-figlio, donne di campagna, donne costrette a prostituirsi, donne migranti )
  • lavoratori migranti
  • carcerati
  • popolazioni minoritarie 
  • scambio di aghi e siringhe tra gli IDU
  • venditori di plasma 
  • venditori di sesso
  • comunità gay emarginate.

Tutti questi fattori di vulnerabilità e le popolazioni più soggette ad essi, entrano in gioco in larga misura nell’epidemia di cui ci occupiamo. In particolare sono state evidenziate la povertà, le donne in campagna le nazionalità minoritarie e, naturalmente, la vendita del plasma.

Le minoranze etniche, più vulnerabili per la via della droga, sono ampiamente rappresentate nelle zone centrali rurali della Cina (nota 28). Ma anche la prevalente etnia Han è ampiamente contagiata dalla via del commercio del sangue/plasma (nota 29). La vulnerabilità è soprattutto legata a povertà(nota 30), ignoranza e discriminazione, tutte condizioni presenti anche nella popolazione dei contadini cinesi, ed in particolare nelle donne di campagna (nota 31 ).

Infine il capitolo finale riguarda le SFIDE PER UNA EFFICACE RISPOSTA ALL’AIDS IN CINA

In proposito viene dichiarata la necessità di effettuare una buona “governante” per affrontare l’HIV/AIDS , che consiste in:

  • partecipazione
  • ruolo delle Leggi
  • Trasparenza
  • Equità
  • Efficienza ed Efficacia

E segue la lunga lista dei problemi da affrontare:

  • accesso all’informazione
  • le Organizzazioni Sociali e la valutazione sottostimata nella risposta nazionale all’HIV/AIDS
  • Insufficiente apertura nelle Province e impegno politico
  • Insufficienti Risorse
  • Mancanza di politiche efficaci e regolamentazioni aggiornate
  • Problemi di salute Pubblica e Settore Medico

Le RACCOMANDAZIONI finali per realizzare una buona governance concludono facendo alcuni esempi virtuosi. Di questi ne va citato uno:

“ Per esempio, nel tragico caso della trasmissione dell’HIV mediante la donazione commerciale di plasma nell’Henan, i residenti nei villaggi avrebbero potuto attuare misure per proteggere sé stessi se avessero avuto accesso precocemente ad adeguate informazioni”.

INSERTO 1
Michel RAFFA: AIDS in Cina: il grande pericolo 2006   http://www.tuttocina.it/fdo/aids.htmUn medico, Michel RAFFA ,fa un resoconto molto accurato di come il Virus HIV si diffuse in Cina , di quali furono le Regioni più colpite e le vie di trasmissione, di come il     dilagare dell’Epidemia non fu rilevato dalle Autorità Sanitarie che per lunghi anni negarono la sua esistenza e poi ostacolarono i giornalisti che volevano documentare la situazione, gli attivisti anti AIDS ed i medici che volevano informare ed assistere i malati. Ma la responsabilità più grave fu quella delle Autorità governative, che autorizzarono e promossero il commercio del plasma e la conseguente diffusione dell’HIV in elevatissime percentuali nei contadini poveri delle Regioni rurali, . Su come venivano praticati i prelievi di sangue e soprattutto la “Plasmaferesi con caratteristiche cinesi” scrive il dottor Raffa : Il plasma può essere separato dal sangue intero con un procedimento noto come plasmaferesi. Questa comporta il prelievo di sangue dal donatore, la separazione delle cellule dal liquido mediante centrifugazione e la successiva reinfusione delle sole cellule al donatore stesso. Vantaggio: il plasma si rigenera molto più velocemente delle cellule del sangue. Problema: la plasmaferesi è un procedimento più complesso e costoso della semplice raccolta di sangue intero; essa richiede una sterilità assoluta con sostituzione, ad ogni procedimento, di tutti i componenti monouso. Ma la brava gente dello Henan è sana e robusta e il suo sangue è “pulito”, quindi perché complicarsi la vita e aumentare i costi? Soluzione: collegare da 6 a 12 donatori alla volta alla centrifuga, mescolare lì dentro il sangue di tutti, separare il plasma, reiniettare a ogni donatore una frazione della miscela di cellule residua. Il rendimento del procedimento aumenta in proporzione, ed è sufficiente un solo esame ( il gruppo ABO – Rh) per formare un pool di donatori che siano almeno dello stesso gruppo sanguigno ( in caso contrario i donatori potrebbero morire subito dopo la ritrasfusione per reazione trasfusionale). Oltretutto – per buona sovramisura – la sostituzione di aghi, raccordi e tubazioni e la sterilizzazione della centrifuga si potranno fare una volta ogni tanto. Demenziale ingegnosità che ha per risultato la contaminazione di ciascuno con i germi di tutti gli altri…..AIDS, Epatite B e C ecc….. un metodo di contagio totalmente inedito: da donatore a donatore, che comporta l’infezione immediata con un sistema efficacissimo, di tutto il gruppo…. Se l’efficacia fosse completa dopo 6 passaggi potremmo avere infettato 3 milioni di persone”.A questo punto il medico non può fare a meno di esprimere tutto il suo orrore:

“ Come medico, mi sento male al pensiero. Perché capisco che il procedimento non solo può uccidere 12 persone alla volta, ma può anche ucciderle in modo infinitamente crudele, molto lentamente, nell’arco di 5 -10 anni, una goccia di sangue alla volta, un linfocita alla volta, fino a lasciarle completamente indifese di fronte a qualsiasi infezione, a qualsiasi tumore. Nello Henan questo sistema è stato utilizzato per 5 anni dal 93 al ’98……”.
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INSERTO 2
Una Lettera a Lancet 
WU Z. LIU Z . DETELS R. (nota10)lLa lettera, inviata alla prestigiosa rivista Lancet da due medici cinesi (Zunyou Wu e Zhiyuan Liu del Dipartimento di Epidemiologia della Provincia di Anhui) e da un medico americano ( Roger Detels , Epidemiologo dell’     Università della California USA), riferiva che:“….una madre di 42 anni e le sue due figlie, di 16 e 19, residenti in un villaggio rurale del Distretto di Fuyang, Provincia di Anhui, erano risultate positive per l’anticorpo anti-HIV-1 . Nessuna delle donne aveva avuto rapporti sessuali a rischio (confermato dal marito), non aveva fatto uso di droga né avuto di recente interventi medici, chirurgici o dentari e neppure iniezioni. Tuttavia tutte e tre erano donatrici commerciali (a pagamento) di plasma”. E continua rivelando che: “ Negli ultimi anni, donare plasma per denaro     è diventato molto popolare nel Distretto di Fuyang. La maggior parte dei donatori di plasma a pagamento sono donne di età tra i 15 e i     55 anni. La frequenza delle donazioni varia da giorni alterni a due volte al mese.. Dopo che il plasma è separato dal sangue intero, le cellule del sangue sono reinfuse endovena al donatore stesso. …… ad ogni donazione vengono eseguiti tests per gli anticorpi dell’epatite B e C. Tuttavia il test anti-HIV-1 non è richiesto….. La contaminazione delle cellule del sangue durante la raccolta del plasma è fortemente suggerita dall’elevata prevalenza dell’infezione da epatite C nei donatori abituali – circa 40-70% nei vecchi donatori di plasma a paragone dell’ 8-10% nei nuovi donatori ……. I dati epidemiologici suggeriscono che la più probabile fonte dell’infezione da HIV-1 in queste tre donne sia dovuta alla contaminazione dei materiali impiegati per la raccolta del plasma e la reinfusione delle cellule del sangue. ” E prosegue : “La notifica dell’infezione HIV-1 alle persone infettate o ai membri della loro famiglia non viene effettuata routinariamente in Cina. Né le tre donne infettate né i membri della loro famiglia furono informati, temendo che avrebbero potuto suicidarsi…”.    
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INSERTO 3

Da:“INVESTIGATIVE JOURNALISM IN CHINA“ (nota 13)

Rompere il SilenzioLa Storia non raccontata dell’Epidemia di AIDS

“ Nell’ ottobre 1999, Zhang Jicheng, un giovane reporter dell’ Human Science and Technology Daily, era in treno da Xinyang City ….. quando incontrò due passeggeri che riferivano di recarsi a Pechino con le loro mogli alla ricerca di assistenza medica. Essi dissero a Zhang che avevano contratto una strana malattia. Molte persone del loro villaggio si erano ammalate e diverse erano già morte. ‘Non è solo il nostro villaggio’ disse uno degli uomini.   ‘Molti villaggi e città – nelle nostra area – sono nelle stesse condizioni.     I medici della Contea ci dicono che i trattamenti per questa malattia al di fuori della Cina sono inefficaci , ma essi non sanno neppure dirci che cosa sia’.   Essi avevano deciso di mettere insieme il denaro con i membri della loro famiglia estesa, alcuni dei quali erano pure ammalati, e scelsero quattro di essi per recarsi in treno a Pechino per vedere se i medici di laggiù potevano aiutarli.     Essi dissero di venire dal Villaggio di Wenlou     nella Contea di Shnaghai dell’Henan. Dopo aver chiesto ad un amico, medico esperto, di iniettargli un agente antivirale, Zhang Jicheng si mise in viaggio verso il Villaggio di Wenlou. .     Egli passò laggiù otto ore, incontrando otto paesani che avevano contratto l’HIV per aver venduto il plasma presso i centri di raccolta locali. Le fonti dissero che in una famiglia estesa di 50 o 60 persone, quasi tutti erano HIV positive.   Tornato a casa a Zhengzhou, Zhang scrisse il suo rapporto su queste notizie, sapendo fin troppo bene che avrebbe fatto infuriare le Autorità locali e si sarebbe messo in serio pericolo”.

La storia continua con il racconto di come Zhang riuscì a far pubblicare il suo resoconto non al “suo” giornale ( per le remore dell’Editore), ma ad un giornale più commerciale, il Huaxi Dushibao, con maggiore diffusione nella Provincia di Sichuan, fuori dal controllo degli Ufficiali dell’Henan. E il 18 gennaio del 2000 esce l’ Articolo dal titolo:

“Misteriosa malattia’ nei villaggi dell’Henan sconvolge i vertici della leadership”. Commentano gli AA: “ E’ la prima Storia, sia nei media domestici che in quelli internazionali, che fornisce un rapporto approfondito sull’AIDS nell’Henan”.

Segue un’ampia citazione dell’Articolo stesso dove viene riferito che, nell’estate del 1999, un medico della Contea di Shangcai nell’Henan scopre che un suo paziente è affetto dall’AIDS e riferisce la cosa a GUI XIEN, suo ex professore all’Università e celebre infettivologo. Gui esamina dapprima 13 campioni di sangue da pazienti del Villaggio di Wenlou: 10 risultano HIV positivi. L’esame di ulteriori 140 campioni rivela che 80 sono positivi.   Venuto a conoscenza di questi dati, Zhang ritorna nella zona il 12 dicembre 1999. La Contea di Shangcai nell’Henan ospita una popolazione rurale di 1,3 milioni di persone. Nel Villaggio di Wenlou il Reporter riferisce, in 4 paragrafi, la terrificanti storia di He Ling, una donna di mezza età morta di AIDS, raccontata dal marito:

“He Ling morì di AIDS nel giugno 1999 e da allora erano morte più di dieci giovani persone”. Zhang riporta poi la descrizione dei sintomi sofferti dai malati del villaggio, riferita dal Segretario del Partito, che aggiunge: “ Questa fu la conseguenza per coloro che vendettero il loro sangue anni fa”.

Wenlou era un Villaggio ben noto per la vendita del sangue. E continua il racconto:

“All’inizio del 1990, la vendita di sangue per denaro raggiunse nuovi vertici di popolarità nel villaggio. L’Amministrazione del villaggio comprendeva una popolazione di circa 3000 residenti, e circa 1000 di essi vendevano il sangue, dagli adolescenti fino ai sessantenni ed oltre. Alcuni offrivano dei regali agli operatori dei centri di raccolta cosicchè potevano donare il sangue per più di una volta al giorno . Dopo la visita al Villaggio di Wenlou, con il peso nel cuore, e con le parole del Segretario del Partito che gli rimbombano nella testa, Zhang si reca all’Ufficio della Sanità e Prevenzione delle Malattie della Contea per avere la conferma di quanto gli era stato riferito. Ma le due persone in servizio negano ogni cosa : “Chi dice che qui c’è l’AIDS? … La cosa non è spiegabile”.

Il 13 Dicembre Zhang Jicheng intervista al telefono il Dottor Gui Xien. Ecco le sue parole: “In base a quello che ho visto , molte persone nella Contea di Shangcai sono state infettate. Un giorno questo risulterà chiaro …… guarda che questa è solo la punta dell’iceberg”.
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NOTE

  1. In una revisione della storia dell’epidemia da HIV/AIDS in Cina del 2008, la Quarta fase viene così definita: “ L’anno 2001 segnò l’inizio della quarta fase dell’epidemia di AIDS in Cina. E’ questo lo stadio in cui si verificò una serie di eventi chiave per cui il silenzio che avvolgeva l’HIV in Cina stava iniziando a finire”. SHENG L., CAO Wk: : HIV/AIDS epidemiology and prevention in China .Chinese Medical Journal 2008;121(13):1230-1236
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  2. I casi di infezione da HIV in 4 emofilici trattati con concentrati di Fattore VIII importati dall’estero (della Multinazionale USA Armour), furono descritti dal celebre virologo Zeng Y, che aveva identificato anche il primo caso di AIDS nel turista americano Vedi : Zeng Y. [Isolation of human immunodeficiency virus from AIDS patient]. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 1988 Jun;9(3):135-7. , Zeng Y, Fan J, Zhang Q, Wang PC, Tang DJ, Zhon SC, Zheng XW, Liu DP. : Detection of antibody to LAV/HTLV-III in sera from hemophiliacs in China. AIDS Res. 1986 dec;2 Suppl 1:S147-9. E ancora : Tang DJ, Xu YH, Dai D, Han YJ, Wang BC, Lang YM, Liang Y, Zeng Y. 1. Clinical analysis of four Chinese hemophiliacs with human immunodeficiency virus infection. Chin Med J (Engl). 1989 Nov;102(11):819-24. Un ampio lavoro su un campione di 305.280 persone da varie zone della Cina : 378 casi risultarono positivi, quasi tutti tossicodipendenti endovena del Myanmar e appartenenti ai gruppi etnici minoritari (Dai e Jing Po). Ma vi erano anche 15 emofilici HIV positivi, trattati con i prodotti nazionali. Vedi : Zeng Y. HIV infection and AIDS in China. See comment in PubMed Commons belowArch AIDS Res. 1992;6(1-2):1-5. Stava intanto partendo l’epidemia nei donatori di plasma, anche questa rilevata da Zeng Y, come vedremo in seguito.
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  3. Iniziale versione ufficiale riguardo all’AIDS da parte delle autorità cinesi : “ Essi descrissero l’ AIDS come un “male straniero “ e affermarono che “il sistema immunitario superiore” dei cinesi, combinato con i loro “valori Neo-Confuciani”, avrebbero impedito l’infezione nella popolazione generale. Invece, essi proclamarono che (l’infezione) sarebbe rimasta largamente limitata agli omosessuali maschi ed alle prostitute che servivano i clienti stranieri, oltre alle nazionalità minoritarie. Dikötter, F. 1997. A History of Sexually Transmitted Diseases in China. In Sex, Disease and Society: A Comparative History of Sexually Transmitted Diseases and HIV/AIDS in Asia and the Pacific, ed. Lewis, M., Bamber, S.and Waugh, M., 67–83. London: Greenwood Press cit da . HAYES A. HIV/AIDS IN XINJIANG: A SERIOUS “ILL” IN AN “AUTONOMOUS” REGION IJAPS, Vol. 8, No. 1 (January 2012), 77–102 PDF
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  4. Sui primi casi di AIDS ed i relativi provvedimenti legislativi vedi : WU Z, Sullivan SG, Wang Y, Rotheram-Borus MJ, Detels R: Evolution of China’s response to HIV/AIDS. Lancet www.thelancet.com Vol 369 : 679- 690, February 24, 2007 , e S SUN X, Lu F, Wu Z, Poundstone K, Zeng G, Xu P, Zhang D, Liu K, Liau A : Evolution of information-driven HIV/AIDS policies in China. Int J Epidemiol. 2010 Dec;39 Suppl 2:ii4-13. doi: 10.1093/ije/dyq217.
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  5. Lo studio condotto da un Igienista-Epidemiologo della Provincia dello Yunnan nel periodo 1986-1990, evidenzia che su 13.417 persone, furono trovati, in cinque aree, 373 HIV positivi con due casi di AIDS. “ Le persone con l’HIV risultarono essere drogati endovena e le loro mogli. Nessun sieropositivo fu trovato tra i donatori di sangue”. Vedi : ZHAO S: AIDS surveillance in Yunnan Province in China (1986-1990). Zhonghua Liu Bing Xue Za Zhi. 1991 Apr;12(2):72-4.
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  6. Lo studio di Taiwan condotto da un gruppo della Medicina Interna dell’Università di Taipei, evidenzia che : ….”dal Febbraio 1984 al Settembre 1994, viene testato un elevatissimo numero di campioni di siero (9.099.734) in sei gruppi di popolazioni : donatori di sangue, reclute militari, immigrati, detenuti e altri. Risultarono anti-HIV positivi 695 campioni, 142 con AIDS . Dal 1991 si ebbe un rapido incremento di sieropositivi. Prima dell’ 87 il 90.8% delle persone infettate erano gli omosessuali e gli emofilici. In seguito, il gruppo principale slittò dagli emofilici ai tossicodipendenti, ed il numero degli eterosessuali sorpassò quello degli omosessuali. Tra i 142 casi di AIDS, 135 erano maschi e solo 7 femmine: malgrado il breve periodo di follow-up, 114 erano morti (inclusi 3 suicidi)”. Vedi: CHEN MY: e al. Human immunodeficiency virus infection in Taiwan, 1984 to 1994. J Formos Med Assoc. 1994 Nov-Dec;93(11-12):901-5.
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  7. “…. La seconda fase dell’ epidemia (1989-1993) vide nuovi casi di HIV largamente tra gli IDU della Provincia dello Yunnan.   Nel 1989, nella Provincia dello Yunnan, 146 IDU risultarono HIV positivi. La stretta vicinanza dello Yunnan con i paesi del ‘Triangolo d’Oro’ (Cambogia,Laos, Burma e Vietnam) che produce oppio ed eroina, e la produzione propria della provincia stessa di oppio ed eroina, significava che le droghe erano facilmente accessibili e relativamente a buon mercato in quell’area. Perciò molta gente divenne dipendente all’ iniezione di droghe, e l’HIV/AIDS fu facilmente trasmesso in questa regione e tra gli IDU nei paesi circostanti, a causa dello scambio di aghi e siringhe.     …. Tuttavia, la trasmissione dell’HIV durante questo stadio non fu solo ristretta agli IDU. Piccoli numeri di infezioni furono riscontrate tra prostitute, pazienti con Malattitie Trasmesse Sessualmente (STD) e lavoratori che ritornavano dal lavoro oltremare”.  Vedi HAYES 2012 pag.12
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  8. Nel 1999 dalla Stazione Provinciale per l’Epidemiologia e la Prevenzione della Provincia del FUJIAN viene condotto uno studio sull’epidemiologia HIV in quella Provincia , nel decennio 1987-1997.   Sono esaminati per l’anti-HIV 569.873 sieri di persone appartenenti a vari gruppi a rischio (donatori di sangue inclusi),   e nei positivi vengono determinati i sottotipi. Sono identificati 70 sieropositivi distribuiti soprattutto nelle città costiere in rapida crescita economica. La maggior parte dei soggetti sieropositivi si sono infettati all’estero e diffondono il virus nel paese per via sessuale. La prevalenza di infettati è bassa, 0,12 per 1000 e pochissimi sono i donatori di sangue. Da notare che la Provincia di Fujian è , tra quelle “della Droga” intorno allo Yunnan, ma anche quella più a nord est, a contatto con le Provincie “del Plasma” intorno all’Henan. La via principale di trasmissione non è più la droga ma quella sessuale. Infine, il più frequente nella zona è il sottotipo E. Vedi:   YAN Y, Zheng Z, Shao Y : Analysis on the epidemic characterization and trend of AIDS in Fujian Province . Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 1999 Feb;20(1):23-6.

    Nel 2000 , sotto l’egida del Ministero della Sanità Cinese, viene pubblicata una Relazione sui risultati ottenuti dal Sistema Nazionale di Sorveglianza che ha l’obbiettivo di :”monitorare l’evoluzione dell’infezione HIV, allo scopo di fornire accurate informazioni per i decisori politici e la pianificazione della prevenzione”. Ed ecco i Metodi e i Risultati: “ Dal 1995 sono stati effettuati ripetutamente studi sentinella ‘cross sectional’ …   su popolazioni specifiche : soggetti seguiti per malattie veneree, prostitute, tossicodipendenti , camionisti di lunghe distanze, donne gravide e donatori di sangue. Nel 1995, in otto Sentinelle, nessun caso di infezione in tossicodipendenti ; tuttavia, nel 1998, 17 su 19 Sentinelle evidenziano un progressivo aumento negli anni, di infezioni in varie località in quest’ ultima popolazione, con prevalenze fino all’ 82,2% . Negli altri gruppi la prevalenza rimane bassa, ma aumenta nelle prostitute che usano poco il preservativo e tra i pazienti con malattie veneree, ………. Conclusione : L’infezione da HIV dilaga tra i tossicodipendenti e si sta diffondendo rapidamente tra le prostitute ed i loro clienti   ZHENG X, Wang Z, Xu J, Huang S, Wang C, Li Z, Wang L, Zhang G, Gao M,DEPARTEMENT OF CONTROL, MINISTER OF HEALTH CHINA : National sentinel surveillance of HIV infection in China from 1995 to 1998 Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2000 Feb;21(1):7-9. Fino al 1999 dunque, gli studi epidemiologici cinesi si concentrano quasi esclusivamente nelle Province della droga.
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  9. Nel 1997 viene pubblicato uno studio epidemiologico in collaborazione tra Giapponesi del Centro medico Internazionale e Cinesi dell’Accademia di Medicina Preventiva dello Yunnan,sulla la popolazione di quella Provincia : “ …. Viene studiato lo stato attuale dell’infezione HIV alla fine del 1995 : sono studiati 1.807 casi in varie popolazioni. La maggior parte sono tossicodipendenti endovena,, ma in modeste percentuali vi sono anche lavoratori commerciali del sesso (0,2%), donne gravide (0,07%) e donatori di sangue (0,04%) ….”.  Nei donatori (non è specificato se volontari o a pagamento), sono percentuali molto piccole, ma che cominciano a diffondersi dall’ etnia Ruji, ai confine con il Myammar, con quella Han delle Regioni Centro/Occidentali. E’ in corso la Grande Migrazione ed il virus comincia a viaggiare (vedi oltre).   “ L’HIV/AIDS è ora un problema globale, c’è un sistema di sorveglianza, ma le strategie preventive per fronteggiare l’epidemia non sono sufficienti.” Vedi ; HIRABAYASHI K: Tajima K, Soda K, Yi Z, Dong ZX, He CH, Lin YG. : Current status of HIV infection in Yunnan Province of China : Nihon Koshu Eisei Zasshi. 1997 May;44(5):400-10.
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  10.  Vedi WU Z. LIU Z . DETELS R. : HIV-1 Infection in commercial plasma donors in China. Lancet (letter): Vol. 136 ii: 346, 1995 . NERURKAR VR, WU Z, Dashwood WM, Woodward CL, Zhang M, DETELS R, Yanagihara R. : Complete nef gene sequence of HIV type 1 subtype B’ from professional plasma donors in the People’s Republic of China.   AIDS Res Hum Retroviruses. 1998 Mar 20;14(5):461-4.
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  11. Sulla situazione economica dei contadini Vedi : HE N. DETELS R: The HIV epidemic in China: history, response, and challenge cell-research.com. Cell Research 15(11-12): 825-832, Nov-Dec 2005   Sulle drammatiche condizioni dei contadini dell’Anhui, una delle Province rurali , una indagine, condotta nel 2001 da due giovani giornalisti cinesi denuncia: “ … ineguaglianza e ingiustizia…, che riguarda tasse ingiuste, autorità arbitrarie, ed anche violenza estrema …“ Noi abbiamo visto una povertà inimmaginabile, inimmaginabile malvagità, inimmaginabile sofferenza e disperazione, inimmaginabile resistenza e silenzio”. CHEN GUIDI, WU CHANTAO “Will the Boat Sink the Water?”. http://www.lettre-ulysses-award.org/authors04/chen_wu.html (versione itliana Marsilio 2007)
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  12. Sul numero di contadini migranti che hanno abbandonato i loro villaggi verso le aree urbane, e sulla trasmissione di infezioni per via sessuale, vi è ampia documentazione in HE N. e DETELS R: 2005. op.cit. Una delle province rurali dove avvenne la massiccia emigrazione nelle zone urbane, che per questo fu definita la fonte della “popolazione fluttuante”, fu l’ANHUI : ”Secondo i funzionari locali, due terzi o più dei giovani e degli adulti di mezza età erano emigrati dai villaggi dell’ANHUI del nord”. In molti villaggi di questa Provincia vennero istituite diverse stazioni commerciali di raccolta del plasma, che reclutarono numerosi donatori risultati poi in larga misura infettati dall’HIV. Vedi : JI G, Detels R, Wu Z, Yin Y. : Correlates of HIV infection among former blood/plasma donors in rural China. AIDS. 2006 Feb 28;20(4):585-91.
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  13. Una vivace e drammatica serie di inchieste effettuate da coraggiosi giornalisti che riportano casi emblematici di scandali e gravi situazioni (tra le quali : “La storia non raccontata dell’Epidemia di AIDS nell’Henan”), denunciano le malefatte dei funzionari politici, con le conseguenti censure, denunce ed azioni legali da parte di questi ultimi contro i giornalisti stessi , si trova in un volume pubblicato a Hong Kong, ma non nella Cina popolare : INVESTIGATIVE JOURNALISM IN CHINA Eight Cases in Chinese Watchdog Journalism” (2010) https://books.google.it/books?id=MXqzxRpvhMsC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
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  14. “All’inizio del 1990, le autorità sanitarie dell’Henan scoprirono per prime che l’industria globale del plasma era una fonte di lucro e di grande potenziale beneficio economico per le regioni rurali impoverite. Le autorità sanitarie iniziarono a stabilire centri di raccolta del sangue commerciali, e promossero la vendita del sangue dietro compenso dai contadini. La maggioranza dei donatori era tra 25 e 50 anni di età e facevano molte donazioni. Tipicamente i donatori ricevevano circa 50-200 yuan per ogni donazione. Molti donatori si recavano in diversi centri di raccolta del sangue o usavano falsi nomi per poter donare più spesso. Mediante il frazionamento del sangue ed il processo di reiniezione …. quei centri facilitarono la diffusione dell’HIV nei villaggi della Cina centrale”. Vedi AIDS BLOOD SCANDALS: WHAT CHINA CAN LEARN FROM THE WORLD’S MISTAKES ASIA CATALYST SEPTEMBER 2007 www.asiacatalyst.com Liu Quanxi è descritto in un’ampia relazione, divulgata nel novembre del 2000, in occasione del primo AIDS Day del Nuovo Millennio, da un anonimo uomo di potere cinese, che non nasconde di essere “una penna avvelenata” ed esprime la sua collera nei confronti del Dipartimento Sanitario dell’Henan e dei suoi leaders, responsabili di aver diffuso l’HIV e poi di aver cercato di nasconderlo.   Le accuse sono pesantissime: Liu non si limitò ad autorizzare l’allestimento delle Stazioni di raccolta del plasma governative, ma anche di molte private, alcune delle quali gestiva personalmente con membri della sua famiglia.     L’Autore usa uno pseudonimo : He Aifang. La relazione fornisce molte informazioni che verranno in gran parte confermate da molti studi scientifici e testimonianze attendibili. Vedi : HE AIFANG (2000) Revealing the “Blood Wound” of the Spread of HIV/AIDS in Henan Province, US Embassy (Beijing), www.usembassy-china.org.cn/english/sandt/henan-hiv.htm, 18 March 2003
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  15. La lettera al Lancet citava due epidemie , una “piccola” ed una non meglio specificata in India. Una segnalazione presentata al Congresso AIDS di Montreal nel 1988, riportava la trasmissione dell’HIV mediante materiali contaminati a donatori di plasma commerciali in centri privati spagnoli Vedi CLOTET B. CARLES J. TURAL C. SIRERA G. DOMINGUEZ M. TOR J. FOZ M: : HIV infection related to the use of contaminated material in commercial plasma donors. Abstract A.502,Conferenza AIDS Montreal 1988. Fin dal 1990 in Messico venne denunciato ripetutamente il fatto che donazioni di plasma a pagamento da tossicodipendenti endovena venivano praticate nelle città di frontiera con gli USA . Il plasma veniva inviato alle industrie farmaceutiche americane. Ma si denunciava anche che la plasmaferesi veniva praticata in locali dove la raccolta e la manipolazione dei prodotti del plasma era “sub-ottimale” Quindi anche in Messico vi fu una epidemia di HIV nei donatori di plasma a pagamento da malpratica sanitaria come in Cina. Fatto , come affermano gli AA, misconosciuto VOLKOW P. e 12 coll. Cross-Border Paid Plasma Donation among Injection Drug Users in Two Mexico-U.S. Border Cities Int J Drug Policy. 2009 September; 20(5): 409–412. doi:10.1016/j.drugpo.2008.12.006
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  16. Lo studio, del marzo 1999, aveva preso in esame 730 residenti nella Contea tra 18 e 60 anni. Tra questi, 210 erano ex donatori di sangue a pagamento, e presentavano una incidenza di HIV positività pari al 9,1% , mentre tra gli altri era dello 0,6% . Tra i donatori di plasma la prevalenza era del 25,9% , mentre nei donatori di sangue era del 2,6%. Le prevalenze tra i donatori di sangue/plasma con più di 10 donazioni all’anno era superiore (13,5%) rispetto a quelli con meno di 10 donazioni all’anno (2,8%). I donatori che avevano sospeso di donare prima del 1995 mostravano una prevalenza più elevata (18,3%), rispetto a quelli che avevano iniziato dopo il 1996 (1,4 %). Infine, i donatori avevano scarse informazioni sull’AIDS. CONCLUSIONI :   “ Occorre adottare misure preventive per prevenire l’ ulteriore trasmissione dell’HIV da parte dei donatori a pagamento”. Y. YAN J, ZHENG X, Zhang X, Liu S, Zhang Y, Wang C, Liu S : The survey of prevalence of HIV infection among paid blood donors in one county in China .   Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2000 Feb;21(1):10-3. )
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  17. In questo studio: “La prevalenza di HIV positivi risultò essere pari all’ 1,8% in tutta la popolazione, ma tra gli 88 donatori a pagamento era del 17,0% ,mentre tra i non donatori era dello 0,2%. ….. Solo una sieroconversione anti-HIV fu osservata nel corso dei tre anni di studio (incidenza dell’infezione : 0,06 per 100 persone / anno), metà delle persone sia sieropositive che sieronegative avevano avuto iniezioni intramuscolari. Tra le mogli dei sieropositivi non furono osservate sieroconversioni……. La conta dei linfociti CD4( le cellule colpite dal virus) calava di anno in anno.Tutti i 5 soggetti infettati esaminati, avevano il sottotipo HIV-1 B. CONCLUSIONI:   “… Elevata prevalenza di HIV tra i donatori a pagamento in alcune regioni …. Le donazioni di plasma rappresentavano il rischio maggiore di infezione HIV. Benchè non vi sia evidenza che durante il periodo di follow-up l’epidemia si sia diffusa localmente, occorre ancora adottare misure preventive per la trasmissione dell’HIV”.   Li H, Qu S, Cui W, Li X, Wei W. : The epidemiological study of HIV infection among paid blood donors in one county of China. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2000 Aug;21(4):253-5.
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  18. Risultati dello studio: “Vennero reclutati per uno studio ‘cross-sectional ‘Donatori di Plasma/Sangue prima dell’ 1 Marzo 1995, le loro mogli ed figli con meno di 5 anni.   Fu eseguito un test HIV e raccolto un questionario in anonimato con informazioni sulle caratteristiche demografiche, il comportamento sessuale, l’ uso di droghe, storia di cure mediche e donazioni di sangue/plasma. ……. Furono intervistati e testati 1517 individui di cui 1043 adulti che avevano donato plasma. La prevalenza di HIV positività tra questi ultimi risultò essere del 12,5% e tra le loro mogli non donatrici del 2,1%. La prevalenza era associata inversamente al livello di istruzione e più elevato nei partecipanti coniugati, ma non associata a cure mediche, abuso di droga, o partners sessuali multipli . Una elevata frequenza di donazioni di plasma era direttamente associata ad un maggior rischio di infezione HIV, soprattutto dopo le 10 donazioni al mese. …..   CONCLUSIONE: Lo studio dimostrò che la prevalenza di infezione HIV nella popolazione dei donatori commerciali di plasma è elevata in modo allarmante. Molti individui sposati e coloro che si sposeranno in futuro trasmetteranno il virus alle mogli ed alla loro prole futura. I donatori di plasma devono essere informati sul loro rischio di essere infettati con l’HIV e di poter trasmettere il virus ai familiari e ad altri. WU Z, ROU K., DETELS R. : Prevalence of HIV infection among former commercial plasma donors in rural eastern China. Health Policy Plan. 2001 Mar;16(1):41-6.
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  19. Sulla censura delle informazioni sull’epidemia negli ex donatori di plasma dell’Henan vi sono molte testimonianze, basta citarne solo alcune riportate da una sociologa australiana che si è occupata a fondo dell’argomento: “Fu solamente dal settembre del 2002 che il governo centrale iniziò a parlare apertamente della crisi legata all’espansione dell’AIDS nella Repubblica Popolare Cinese, dopo che un rapporto sanitario venne fatto filtrare dal Dipartimento Sanitario Provinciale dell’Henan. Il rapporto denunciava che dal 35 al 45% dei donatori di sangue in alcune aree della Provincia dll’Henan aveva contratto l’HIV/AIDS a causa delle inadeguate precauzioni , e le autorità dell’Henan avevano tentato di nascondere l’epidemia nella loro provincia. Alcuni critici dicono che l’occultamento avvenne largamente perché il dipartimento sanitario provinciale era stato coinvolto nel commercio del sangue. Nel corso della metà del 1990, anche le forze armate e quelle dell’aeronautica locali fecero investimenti nelle compagnie che cercavano profitti dalla richiesta commerciale di prodotti del sangue. Le autorità locali erano anche implicate nello scandalo perché, invece che inquisire gli ufficiali implicati nelle stazioni illegali di raccolta del sangue e punirli, molti furono semplicemente trasferiti in altre zone, ed alcuni ufficiali furono addirittura promossi”. vedi Anna HAYES: AIDS, Bloodheads and Cover-ups: Chinese Studies Association of Australia Ninth Biennial Conference 30 June- 3 July 2005, PDF Dei numerosi medici che svolsero indagini sulle popolazioni colpite, spesso ostacolati e addirittura perseguitati (sospesi dal lavoro e costretti ad emigrare), basta ricordare, tra i più famosi, i sopracitati infettivologi/virologi Gui XIEN.  ZENG Y. Il dott. Zhang KE, lla virologa Wang SHUPING, e la ginecologa Gao YAOJIE : straordinari personaggi divenuti il simbolo non solo di competenza scientifica, ma anche di umanità e dedizione ai malati . Ampie informazioni su di essi si trovano in quasi tutte le pubblicazioni sull’epidemia, e diffusamente nel saggio citato d Pierre HASKI 2005.
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  20. Le vicende degli attivisti più celebri, molti dei quali ostacolati, perseguitati, incarcerati e costretti all’esilio come Wan YANHAI, Li DAN, “THOMAS”, sono sempre diffusamente raccontate da HASKI. I volontari fondavano Organizzazioni Non Governative (NGO), che erano ostacolate perché non controllate dal sistema totalitario comunista. Va ascritto a titolo di merito del citato Professor Zheng Yi anche quello di aver preso posizione in difesa di quelle Organizzazioni, indicando le loro preziosa funzione: “E’ di notevole significato… il fatto che le ONG cinesi hanno efficacemente agito in molte aree rilevanti come l’educazione sanitaria, che le autorità governative sono state riluttanti a gestire direttamente. Come tali, esse (le ONG) hanno rappresentato una componente indispensabile nella prevenzione e controllo dell’HIV/AIDS nel paese” Vedi Hua XU Zeng YI , Allen F ANDERSON : Chinese NGOs in action against HIV/AIDS. Cell Research, 15(11-12):914-918, Nov-Dec 2005 | www.cell-research.com (PDF)See comment in PubMed Commons below
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  21. I primi rapporti che denunciarono il fatto che il governo provinciale negò per lungo tempo qual’era l’ entità del problema, e riferì che un ricercatore cinese dall’Hubei, che lavorava nell’Henan, non autorizzato ufficialmente, testò 155 contadini di Shangqiu e trovò che 96 erano HIV-positivi. … e che le autorità locali temevano che lo stigma che circondava l’AIDS danneggiasse la reputazione della provincia impedendo di attirare gli investimenti, vennero pubblicati da : Elizabeth ROSENTHAL : “In Rural China, A Steep Price of Poverty: Dying of AIDS,” New York Times, October 28, 2000, e anche: “Spread of AIDS in Rural China Ignites Protest,” New York Times, December 11, 2001.
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  22. Quanto segue è ricavato dal citato asia catalyst: AIDS blood scandals 2007, con le relative citazioni bibliografiche : “Nella primavera del 1995 il governo chiuse tutti i centri commerciali del plasma ed iniziò a e decretare il trattamento al calore del plasma : H.A. Goubran, e al. Haemophilia 2000, Nel 1997 il governo centrale mise in atto i regolamenti che stabilivano dettagliate procedure per la raccolta del sangue, la supervisione dell’ industria, e le punizioni per chi violava la legge: “China Seeks to Ensure Safety of Blood Products,” Agence France Presse, 5 January 1997. Le autorità iniziarono a promuovere la donazione di sangue volontaria come alternativa più sicura al rischio inerente alla vendita del sangue Blood Law Set for Implementing; Voluntary Donors to be Target,” China Daily, 22 September 1998. In ottobre 1999, il Consiglio di Stato aveva promulgato la Legge sulla Donazione di Sangue, che prescriveva di eseguire il test (HIV). Tuttavia, quasi subito, quando la legge entrò in vigore, gli esperti cinesi cominciarono a manifestare preoccupazione sugli ostacoli all’ applicazione della legge nelle regioni rurali, dove i lucrativi guadagni potevano ancora essere ottenuti dal commercio del sangue clandestino.: 30 People Contract AIDS from Blood Transfusions,” Financial Times, 1 January 1999. Sebbene fin dal 1990 fossero stati fatti significativi progressi per rinforzare la regolamentazione sulle scorte di sangue, si continua ad avere problemi. Le autorità centrali hanno lanciato periodiche azioni di forza (crackdown) e campagne nazionali per la sicurezza del sangue. Le azioni di forza inclusero la distruzione di cumuli di unità di sangue HIV-positive, dozzine di arresti e chiusura di centinaia di stazioni di raccolta del sangue : China to intensify crackdown on fake medicine.” Reuters. January 7, 1997, ed I problemi perdurano ancora nel 2001 : Leigh, Jenkins, “Chinese Health Experts Blame ‘Little, Late’ Government Efforts to Fight AIDS, “South China Morning Post, 11 August 2001″.
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  23. HIV/AIDS : China’s Titanic Peril. 2001 Update of the AIDS Situation and Needs Assessment Report by The UN Theme Group on HIV/AIDS in China. UNAIDS .PDF Sotto UNAIDS sono raccolte importanti Organizzazioni Internazionali quali UNICEF, UNDP, UNDCP, ILO UNESCO WHO, WORLD BANK. Il documento verra’ di seguito citato come Titanic Peril
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  24. Testualmente dal Documento : “Il sistema di sorveglianza sentinella nazionale HIV/AIDS è operante dal 1995. Questo sistema rappresenta la fonte principale di informazione in Cina sui dati della prevalenza HIV.nel corso del tempo e nei gruppi di popolazione di interesse specifico. La raccolta dei dati viene fatta due volte all’anno in cinque gruppi di popolazione : pazienti con Infezioni Trasmesse Sessualmente (STI), prostitute, utilizzatori di droga endovena(IDU), camionisti e donne gravide. Nel 2000, il sistema consisteva di 101 siti sentinella che coprivano 31 province cinesi, che eseguirono circa 50.000 tests.
    A fine Dicembre 2001 venne riportato un numero cumulativo di infezioni pari a 30.736 con 1.594 casi di AIDS e 684 morti AIDS correlate. Chiaramente questi numeri sono inaffidabili (biased) e molto inferiori alla realtà (evidenza mia).
    Un largo numero di casi non è riportato, specialmente nelle aree rurali, a causa di mancanza di strumenti per eseguire i tests, la mancanza di operatori sanitari addestrati e mancanza di servizi per eseguire i test volontariamente e per la consulenza. Titanic Peril pag. 13-14.
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  25. La Relazione riporta i dati più significativi dell’epidemia in sette Province. Tre Province si possono considerare emblematiche:
    1) lo YUNNAN che presenta, nelle popolazione ad alto rischio degli IDU, inizialmente tassi di infezione molto elevati, spesso sopra il 50% e anche finoall’80% , dal 1998 al 2000 le percentuali globali degli IDU scendono dal 75% al 26,5%.
    2) La Regione Autonoma dello XINJIANG : anche qui la popolazione residente degli IDU è la più colpita, ma i tassi di infezione dal 1998 al 2000   sono più che raddoppiati (da 2.125 a 4.416) . La popolazione è in prevalenza costituita da una minoranza etnica, gli Uygur , poveri e discriminati  (in proposito vedi il pregevole studio di Anna Hayes : HIV/AIDS in Xinjiang: A Serious “Ill”in an Autonomous Region IJAPS, Vol. 8, No. 1 (January 2012), 77–102 PDF)
    3)Infine l’HENAN, la Provincia epicentro del principale scandalo HIV tra i donatori di plasma a pagamento, ha ricevuto la più estensiva copertura mediatica nazionale ed internazionale: ricercatori, medici e giornalisti hanno rotto il silenzio. La reale estensione della tragedia rimane sconosciuta. (evidenza mia). Le stime dell’HIV vanno da 150.000 (MOH) a oltre un milione (Dr. Gao Yaojie). Sono interessate 9 Prefetture e città dal nord al sud . Nella Contea di Shangcai un epidemiologo locale ha rilevato 10.000 persone infettate. In uno dei molti villaggi simili della Provincia i residenti stimano che più dell’80% degli adulti abbiano l’HIV e che il 60% presenti già i sintomi della malattia.     Nel 1998 6.280 sacche di sangue vennero confiscate in un centro di raccolta di plasma commerciale a Nanyang: su 101 sacche esaminate 99 risultarono positive per l’HIV.
    Simili epidemie correlate alla donazione di plasma sono state riportate anche da altre Province come Hebei, Anhui, Shanxi, Shaanxi, Hubei, Guizhou etc. Titanic Peril pag. 24-27
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  26. Testualmente dal Documento: “ In una serie di province, soprattutto nella Cina centrale, poveri contadini rurali hanno venduto sangue e plasma a ditte commerciali che lavorano il plasma per avere un supplemento al loro scarso reddito. E’ ora divenuto ampiamente noto che molti abitanti dei villaggi, forse centinaia di migliaia, hanno contratto l’HIV quando hanno venduto il loro sangue. Molti hanno già sviluppato le infezioni opportunistiche ma spesso hanno scarso o nessun accesso al trattamento anche più elementare, come antibiotici di prima linea per non parlare di consulenza, terapia antiretrovirale e cure ospedaliere.
    Queste ditte per la raccolta del sangue hanno operato largamente in modo illegale e ricavato profitti vendendo i prodotti del sangue nel paese e internazionalmente. Le ditte hanno raccolto il sangue/plasma da centri di raccolta nascosti in aree remote ed impoverite per evitare interferenze con le autorità. Il sangue di molti donatori è raccolto e mescolato. Viene separato il pool di plasma dai globuli rossi e poi i globuli rossi sono reiniettati nei donatori, per evitare l’anemia, consentendo ai donatori di vendere il plasma molto più frequentemente. Spesso i donatori vendevano il plasma per 4-6 giorni, riposavano per due giorni, e poi vendevano nuovamente il plasma. La maggior parte dei donatori, uomini e donne, hanno venduto il plasma prima del 1996. La maggior parte avevano dai 20 ai 40 anni di età. Alcuni avevano anche storie di sesso commerciale o uso di droga. Le donazioni di plasma commerciale a pagamento è illegale da diversi anni. Ciò nonostante, le ditte dei prodotti del sangue trovano relativamente facile convincere le persone povere che vivono nelle aree rurali a guadagnare denaro extra , e sembra che questo commercio che mette a repentaglio la vita non è ancora stato completamente bloccato. La sopramenzionata rischiosa pratica di vendere il plasma alle ditte produttrici (plasmaferesi) infetta un largo numero di donatori in una volta sola, se solo uno è infetto, a causa della pratica di mescolare il sangue di tutti i donatori e di ritrasfondene parte in tutti i donatori.
    Le donazioni di sangue a scopo medico si ritiene che siano testate per l’HIV e altre malattie veicolate dal sangue. Tuttavia, vi sono ancora in Cina casi di infezione da HIV da trasfusione di sangue, soprattutto nelle zone rurali. Ma la questione dell’infezione da HIV da donazioni di sangue a pagamento e dalla plasmaferesi commerciale è significativamente più importante”. Titanic Peril pag. 18
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  27. Testualmente: “ Malgrado ( e talvolta a causa) delle disposizioni legislative, la consapevolezza concernente l’importanza della prevenzione e cura delle STI (Infezioni a Trasmissione Sessuale)/HIV, ha fatto scarsi progressi in Cina. Questo problema è particolarmente evidente a livello provinciale e locale. – Le strutture istituzionali e le pratiche rendono difficile per il governo centrale rinforzare le leggi ed i regolamenti per monitorare i governi locali ed ottenere una chiara conoscenza delle situazione locale per l’HIV/AIDS. – Molti governi locali non vogliono conoscere, o lasciare che altri conoscano l’HIV/AIDS nel loro territorio, per il timore che ciò possa riflettersi negativamente sulla località ed i suoi funzionari. Talvolta i governi locali sopprimono le informazioni e talvolta anche si oppongono attivamente alla ricerca sull’HIV/AIDS.
    – I governi locali spesso temono che una aperta valutazione della loro località possa far sì che funzionari governativi locali vengano accusati di inefficienza per quanto riguarda la garanzia di sangue sicuro ed il controllo di pratiche a rischio quali il sesso commerciale ed uso illecito di droghe. In tale contesto programmi di riduzione dei danni per gli IDU ed altre popolazioni vulnerabili sono estremamente difficili da realizzare … – Medici locali, epidemiologi e Persone che Vivono Con l’HIV/Aids (PLWHA), sono stati occasionalmente intimiditi e minacciati da funzionari locali perchè non parlino di HIV/AIDS”. Titanic Peril pag.36
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  28. Le minoranze etniche, testualmente:
    “ Secondo il quinto censimento della popolazione condotto nel 2000, la Cina ha 55 minoranze etniche, oltre al popola Han. Su di una popolazione totale di 1,3 miliardi, 106 milioni sono minoranze, l’ 8,4%. Attualmente, la proporzione di individui infettati dall’HIV tra le nazionalità minoritarie è superiore rispetto a quella tra gli Han. Appartenere ad una popolazione minoritaria, essere donna, un giovane o un lavoratore migrante, rappresenta una situazione altamente vulnerabile Secondo il Rapporto della Banca Mondiale del 2001 ‘Superare la Povertà nella Cina Rurale’, la popolazione minoritaria rappresenta un parte sproporzionata dei contadini poveri. Le minoranze etniche sono meno del 9% dell’intera popolazione, ma è il 40% dei poveri totali in Cina. Questa minoranza di ‘poveri assoluti’vive nella più profonda povertà, tipicamente meno istruiti, con meno reddito e peggiori condizioni di salute rispetto alle altre popolazioni. Zhuang, Hui, Uygur e Yi, sono le quattro minoranze più numerose. Gli Zhuang vivono nello Guanxi, Yunnan, Guandong e Guizhou: gli Hui in molte province e a Pechino, ma principalmente gli Ningxia, Ganzsu, Henan e Xinjiang; gli Uygur vivono soprattutto nel Xinjiang, gli Yi nel Sichuan, Yunnan, Guizhou e Guangxi. I Dai e gli Jingpo, due nazionalità con tassi di infezione HIV molto elevata, vivono soprattutto nelle regioni di confine dello Yunnan.
    Sebbene la proporzione degli individui infettati dall’HIV appartenenti alle nazionalità minoritarie è maggiore rispetto agli Han, l’HIV si sta diffondendo tra la popolazione maggioritaria Han, specialmente nei villaggi dell’Henan, popolati soprattutto dagli Han, dove l’infezione dovuta alle donazioni a pagamento è comune.
    La più alta proporzione di infezioni HIV tra le popolazioni minoritarie è dovuta a varie ragioni: – l’uso di droga è storicamente diffuso tra alcune nazionalità minoritarie – le regioni minoritarie si trovano spesso sulle principali vie trafficate – In molte aree minoritarie, bassi livelli di educazione e di istruzione insieme alla mancanza di servizi sanitari e di materiali di Informazione, Educazione e Comunicazione (IEC) nelle lingue minoritarie compromette la loro capacità di adottare pratiche sicure. – Le popolazioni minoritarie sono sproporzionatamente colpite dalla povertà. Lo sviluppo sbilanciato e l’inadeguato accesso alla terra e ad altre risorse rendono difficile il miglioramento delle loro condizioni economiche. E questo ha un impatto diretto sulla loro capacità di prevenire e gestire l’HIV/AIDS”. Titanic Peril Pag.62
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  29. Il commercio del sngue/plasma è stato ampiamente illustrato ( vedi NOTA 26). Qui basta solo riportare una delle tante testimonianze di Una Venditrice di Plasma : “ Tutti noi vendemmo il nostro sangue per avere denaro. Noi vendemmo il sangue per pagare le tasse, per mandare i nostri figli a scuola, e per vivere. Il lavoro dei campi non rendeva denaro. Attualmente noi perdiamo denaro. Essi ci pagavano 40 RMB (5 dollari USA) ogni volta che vendevamo il sangue”. Donna del villaggio di mezza età dalla Provincia dell’Henan. Club dei Corrrispondenti Stranieri, Pechino 13 Maggio 2001 Titanic Peril pag.48
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  30. La povertà e le condizioni associate:
    “In Cina la povertà ha portato ad emigrazione, prostituzione e vendita commerciale del sangue. La povertà è spesso associata a basso livello di istruzione, che a sua volta è associato a minore conoscenza delle misure efficaci per prevenire l’infezione da HIV. In Cina, la maggior parte delle persone infettate dall’HIV appartengono alla popolazione rurale con poca o nessuna istruzione. Molti sono illetterati e spesso non parlano il Putonghua (Mandarino Cinese) come loro prima lingua. Molti non parlano del tutto il Mandarino” .   Anna Hayes 2012 op. cit.
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  31.  Le donne di campagna e le Infezioni per via Sessuale e Riproduttiva (STI ed RTI):
    “Molte donne hanno STI ed RTI asintomatiche, e perciò non vengono trattate. Questo aumenta notevolmente il rischio di trasmissione dell’HIV. In alcuni villaggi cinesi fino al 50% delle donne rurali possono soffrire di RTI non trattata. Molti studi hanno trovato che le RTI sono più gravi per la mancanza di acqua, scarsa igiene sia degli uomini che delle donne e scarsa o ritardata cure sanitarie”. …. Mancanza di informazione su STI ed RTI anche da parte del personale sanitario … I servizi sanitari per la riproduzione sono distanti, costosi e senza medici donne. Titanic Peril pag.58
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